
Tra le richieste che la Commissione Europea ha fatto al Governo italiano vi è quella di procedere speditamente alla riforma fiscale. In conseguenza il premier ha annunciato che entro luglio sarà presentata una legge delega in proposito. Questa decisione appare in contrato con l'ipotesi, avanzata da Draghi nel corso della discussione sulla fiducia, di costituire una commissione di studio, come la Cosciani-Visentini che portò alla riforma del 1973 e riorganizzò l'intero sistema tributario. Infatti nessuno studioso serio potrebbe partecipare ad una Commissione che avesse solo uno o due mesi di tempo per approfondire una materia molto complessa e controversa.
Questo ostacolo può forse essere superato se si decidesse di utilizzare come base informativa le testimonianze rese nelle oltre 70 audizioni che si sono svolte nei mesi scorsi presso le Commissioni Finanze riunite di Camera e Senato che, ancorchè formalmente limitate alla riforma dell'Irpef, hanno fornito elementi di riflessione sull'intero sistema tributario. In questo caso la Commissione potrebbe intervenire nella fase di applicazione della delega, cioè nella stesura dei decreti delegati, dopo che le scelte politiche fossero state compiute.
Va detto comunque che queste audizioni, pur convergendo sull'analisi di molti aspetti delle disfunzioni attuali, presentano anche opinioni e soluzioni differenti sulle quali sarebbe necessario operare una scelta (politica). E qui emergono tutte le difficoltà concrete, in quanto l'argomento fisco è quello più divisivo sul piano politico, soprattutto nel confronto tra destra e sinistra. Inoltre, sembra molto improbabile che si possa affrontare il compito di una revisione organica complessiva del sistema attuale.
Anche se ci si volesse limitare a recepire solo le indicazioni che la Commissione Ue ci prospetta da anni, le aree di intervento si ridurrebbero, ma le contrapposizioni non verrebbero meno. La Commissione, infatti, negli anni passati ci ha chiesto di: a) risolvere il problema del contrasto all'evasione; b) riformare il catasto; c) aumentare l'imposizione patrimoniale; d) ridurre l'Irpef; e) aumentare il gettito Iva (obiettivo che si potrebbe ottenere indirettamente con misure efficaci di lotta all'evasione). Sono richieste in contrasto con le posizioni tradizionali di alcuni partiti che fanno parte dell'attuale maggioranza, che rischierebbe quindi di sfasciarsi, mettendo in crisi il governo.
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