L'intervista al Fatto Quotidiano
"IN FUGA VERSO IL VOTO. NON VORREI CHE IL PAESE CI SCOPPIASSE IN MANO"
Vincenzo Visco - Mario Draghi tra i partiti in guerra
Di Antonello Caporale
L'intervista al Fatto Quotidiano
"IN FUGA VERSO IL VOTO. NON VORREI CHE IL PAESE CI SCOPPIASSE IN MANO"
Vincenzo Visco - Mario Draghi tra i partiti in guerra
Di Antonello Caporale
Pubblichiamo come contributo di Nens ad un dibattito che sta per iniziare e che comprenderà anche altri interventi, il documento che "Articolo uno" ha sottoposto al nuovo segretario del Pd, Enrico Letta, come base di discussione per la creazione di un nuovo campo della sinistra. Lo sottoponiamo alla lettura e al commento dei nostri lettori.
Intervista a Il Mattino
di Nando Santonastaso
Professor Visco, lei era ministro delle Finanze quando Mario Draghi era Direttore generale al Tesoro: di recente ha detto che non è un conservatore, ma cosa vuol dire esattamente?
Intervista di Roberto Petrini per Repubblica.it
Vincenzo Visco, economista, più volte ministro delle Finanze e del Tesoro nei passaggi fondamentali della storia della Repubblica degli ultimi trent’anni, conosce bene Mario Draghi. Si sono frequentati quando entrambi erano professori di economia e hanno lavorato insieme quando Visco era ministro e Draghi era alla direzione generale del Tesoro. Conoscitore della storia culturale della sinistra, dove ha sempre militato, Visco ci aiuta a comprende la vera natura del presidente incaricato.
L'exministro: «Renzi si è accodato a Bruxelles nel massacro dei greci per avere un po' di flessibilità. E Letta doveva dire no al bail in. Accettare il rigore è stato autolesionismo. Zingaretti? Con lui nessun cambiamento»
Con tutta la simpatia e la solidarietà che il personaggio Zingaretti merita, non si può dire che la scelta del simbolo con cui il Pd andrà alle elezioni europee, e l'indicazione politica che ne segue, siano molto comprensibili.
L’economia e la politica mondiale sono ancora condizionati dagli esiti della grande crisi del 2007-08, non diversamente da quanto si verificò dopo il collasso del 1929 i cui effetti furono superati solo con, e dopo, la seconda guerra mondiale. Eventi di queste proporzioni, infatti, segnano la fine della fase di sviluppo precedente, disarticolano i commerci, cambiano gli equilibri e i rapporti di forza tra economie e Paesi, pongono in discussione le specializzazioni produttive, e non è facile ripartire.
E’ interessante notare come la motivazione fondamentale, e ufficiale, della rottura tra il movimento di Pisapia e il PD sia stata la mancata tempestiva calendarizzazione in Parlamento del provvedimento sullo Ius soli , un argomento importante, una battaglia di civiltà, ma, rispetto alle questioni aperte, alquanto circoscritto.
Pubblichiamo oggi l'illustrazione che allora (26 giugno 2014) Alfredo Reichlin fece del secondo convegno promosso dal gruppo Ripensare la Sinistra, dal titolo: La ricostruzione dello Stato. Un'analisi lucidissima, come era solito fare Reichlin, che terminava con la domanda di fondo che secondo lui doveva animare i gruppi dirigenti della sinistra: "Dove sta la “potenza” democratica, cioè il potere degli uomini di essere liberi e di governare la propria vita in una società molecolare dove non ci sono più i vecchi blocchi sociali?
Qui il link dove poter consultare gli altri interventi del convegno:
Pubblichiamo quì di seguito l'illustrazione da parte del Prof. Salvatore Biasco del primo di un ciclo di convegni promossi dal sito www.ripensarelasinistra.it dal titolo, "Una riflessione sulle idee forza".
Un contributo del Nens al dibattito politico e programmatico risultato da un ciclo di incontri e seminari con Campo progressista, Sinistra Italiana, Possibile e i rappresentanti del Movimento del Brancaccio.
Pubblicato su Huffingtonpost.it il 20 - 9 - 2017
Dopo aver subito gli effetti della rivincita della destra, che a partire dagli anni Ottanta del Novecento ha saputo imporre un paradigma economico incentrato sul rilancio del mercato, sul valore etico del profitto, sull’individualismo e sulla contestazione dell’assistenzialismo, la sinistra deve ora recuperare identità e valori smarriti e riacquistare la propria autonomia culturale e politica.