La legge di Bilancio 2023 lascia drammaticamente congelati tutti i nodi ereditati dal precedente governo, che ora sono destinati a ingarbugliarsi ancora di più con il deteriorarsi del quadro economico.
La legge di Bilancio 2023 lascia drammaticamente congelati tutti i nodi ereditati dal precedente governo, che ora sono destinati a ingarbugliarsi ancora di più con il deteriorarsi del quadro economico.
Da Ilfattoquotidiano.it del sei dicembre 2022
Di Chiara Brusini
La propaganda di guerra sta nascondendo sotto il tappeto anche il crollo in termini reali dei salari e del potere d’acquisto delle famiglie.
Nei primi due mesi del 2022 in Italia i salari contrattuali sono aumentati dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2021,contro un’inflazione Istat schizzata a marzo al 6,7%. Ma il dato è ancora provvisorio e le proiezioni per aprile parlano dell’8%.
Per comprendere la rilevanza dell’eventuale adesione del G20 alle proposte Ocse in materia di tassazione delle multinazionali, ora sostenute anche dagli Usa, è utile riprendere i dati presentati dall’associazione globale Tax Justice Network nel suo rapporto sul 2020, nel quale vengono utilizzati per la prima volta i dati che l’Ocse è riuscita ad ottenere dalle principali società multinazionali relativi alla distribuzione della loro attività tra i diversi Paesi.
Presentazione
Di Vincenzo Visco – Presidente del Nens
Una ricerca sul settore dei giochi legali presenta sempre la necessità di ben valutare luci e ombre. Nell’accogliere la proposta di realizzare uno studio approfondito su questo mondo composito, il Nens ha dunque deciso di analizzare per segmenti i diversi aspetti di quest’attività così popolare e diffusa della società italiana, mettendone in evidenza l’interesse economico pubblico e privato, i risvolti sociali, ma anche i pericoli di infiltrazione criminale e la necessità di regolamentazione e controllo stringente.
Le recenti polemiche e conflitti tra l'Unione europea e le multinazionali farmaceutiche possono essere una utile occasione per affrontare una delle cause principali dell'aumento delle disuguaglianze e della concentrazione del potere che si è verificato nel mondo occidentale negli ultimi 30 anni, vale a dire il ruolo che hanno assunto i brevetti e l'ossessiva difesa della "proprietà intellettuale" nelle nostre economie.
La riscossione coattiva delle imposte langue. La normativa offre una spessa cortina fumogena che favorisce la fuga da un’amministrazione finanziaria lenta e con le armi spuntate, con il risultato che sia chi ha i soldi, sia chi non li ha, alla fine non paga.
Il 2020 si chiude con la voglia di archiviare in fretta uno dei periodi più cupi attraversati dall’umanità dal secondo dopoguerra a oggi. Ma quel che ci aspetta rimane avvolto in una coltre minacciosa e oscura mentre è forte la percezione che l’emergenza sia ancora davanti a noi.
Il successo del cashback appare indubitabile: 10-11 milioni di italiani hanno scaricato l’apposita app affrontando le difficoltà connesse. Al nuovo meccanismo è stato anche rimproverato di aver contribuito agli assembramenti dello scorso fine settimana, cosa di cui è lecito dubitare. Non c’è dubbio che questa misura sia stata fortemente voluta, programmata e pubblicizzata dal premier Conte, convinto che la lotta al contante sia la misura più efficace per contrastare l’evasione. Questa convinzione è in parte fondata e in misura maggiore esagerata.
Prima della seconda ondata dell’epidemia il FMI stimava che nel 2020 il Pil globale si sarebbe ridotto fra il 3 e il 5%: è bene ricordare che la contrazione successiva alla crisi finanziaria del 2007-08 fu invece solo dello 0,1%. Per il 2021 si prevedeva un rimbalzo consistente, senza che l’economia mondiale tornasse però ai livelli pre- Covid. La perdita in termini di Pil tra il 2020 e il 2021 avrebbe potuto raggiungere i 9.000 miliardi di dollari, un ammontare superiore al Pil delle economie di Giappone e Germania messe insieme.
Intervista all'ex ministro delle Finanze e del Tesoro: basta con la fobia delle tasse, i miliardi prestati dall'Europa vanno dirottati tutti sul Pil, perché senza crescita non si controlla il debito e non riduce il carico fiscale. L'Italia ha gestito la pandemia meglio di tanti, perché non può fare altrettanto con 209 miliardi? Cancellare l'Irap è una scelta demenziale. E non è vero che sta tornando lo Stato padrone
Intervista di Vincenzo Visco a "Libero", di Pietro Senaldi
«Ottimista riguardo al futuro? Io non lo sono mai stato in vita mia, si figuri se lo divento ora. Sono portato a sottolineare gli aspetti di difficoltà e mi tengo su posizioni sempre più pessimiste del necessario. L'unico mio motivo di sollievo, guardando la situazione attuale, è non essere più al governo».
Negli ultimi giorni si è dibattuto molto sull’ipotesi di una riduzione dell’Iva per rilanciare i consumi e quindi il Pil, seguendo l’esempio tedesco. Molte sono state le obiezioni, pochi i consensi, anche se sembra che il Presidente Conte sia orientato ad insistere, magari soltanto per alcuni settori. In tempi normali, e, aggiungerei in Paesi normali, una riduzione secca di quantità rilevante, e sicuramente temporanea, potrebbe avere l’effetto di anticipare consumi che si sarebbero effettuati in tempi successivi e contribuire a creare un circolo virtuoso.
La decisione della Commissione di proporre al Consiglio europeo un Recovery Fund di 750 miliardi di euro è fortemente innovativa, forse addirittura di portata storica. In proposito alcuni, probabilmente in un eccesso di ottimismo, hanno parlato di un Hamilton moment, vale a dire dell'inizio di un processo che dovrebbe portare alla condivisione dei debiti e della politica economica europea. Può quindi essere utile ragionare su come le attuali vicende vengono interpretate da settori importanti dell'opinione pubblica e dell'establishment tedeschi.
Vincenzo Visco 18/05/2020