Abbattimento aliquote Iva inefficace a rilanciare l'economia al tempo del Covid

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Giugno 2020

Negli ultimi giorni si è dibattuto molto sull’ipotesi di una riduzione dell’Iva per rilanciare i consumi e quindi il Pil, seguendo l’esempio tedesco. Molte sono state le obiezioni, pochi i consensi, anche se sembra che il Presidente Conte sia orientato ad insistere, magari soltanto per alcuni settori. In tempi normali, e, aggiungerei in Paesi normali, una riduzione secca di quantità rilevante, e sicuramente temporanea, potrebbe avere l’effetto di anticipare consumi che si sarebbero effettuati in tempi successivi e contribuire a creare un circolo virtuoso. Ma non sembra essere questa la situazione nel nostro Paese. L’entità del moltiplicatore utilizzato dalla Banca d’Italia (e non solo) per stimare gli effetti delle politiche di sostegno messe in atto dal Governo è particolarmente basso: 0,5; la propensione al consumo è crollata perché i consumatori sono spaventati, incerti sulle prospettive future e pessimisti sulle stesse, e quindi aumentano i depositi e pospongono i consumi; gli effetti del lockdown, si fanno sentire sul turismo, gli spettacoli, la ristorazione, i trasporti, e non è una questione di prezzi. Se poi la riduzione fosse selettiva le cose si complicherebbero ulteriormente, e peraltro appare difficile ridurre ulteriormente l’Iva per i settori più colpiti e che già beneficiano di un’aliquota ridotta (alberghi, ristoranti).
 
Le divisioni politiche non aiutano a rasserenare il clima. Insomma non una buona idea. Anzi un’idea che mostra come il virus “antitasse” abbia oramai contagiato anche i vertici del Governo che non trovano niente di meglio che continuare a proporre sgravi, incentivi e trattamenti di favore, utili sicuramente per ottenere qualche consenso episodico (o più precisamente, per evitare qualche dissenso), ma non per rilanciare in modo credibile e duraturo la nostra economia. Il settore su cui intervenire rapidamente rimane quello degli investimenti pubblici. In attesa dei fondi e dei programmi del Recovery fund, si potrebbe utilmente intervenire sugli investimenti dei Comuni fornendo loro risorse per il rifacimento delle strade carenti in tutto il Paese e per altri progetti già forniti di progetti, o anche di semplice manutenzione. Si darebbe lavoro con risultati espansivi da due a tre volte quelli di una riduzione delle imposte. E si eviterebbe anche di far apparire il Governo in preda a confusione e carente di una qualsivoglia strategia.

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