Sconti sulle ristrutturazioni
L’Europa ha approvato
ma il Governo italiano non le apprezza
di Giuseppe Farina
In questi giorni s’è fatto un gran parlare della riduzione dell’IVA al 10 per cento sui lavori di ristrutturazione edilizia, finalmente ammesso dalla Commissione europea in via permanente. Il ministro Tremonti vanta questa iniziativa come uno strumento del piano del governo di incentivi all’edilizia.
Niente di meno vero.
a) La riduzione dell’Iva al 10 per cento vige da almeno nove anni. È perciò un’iniziativa del governo di centro sinistra e fu frutto di un accordo in sede europea volto ad agevolare le attività ad alta intensità di lavoro. Ciò consentì di ridurre l’aliquota IVA sulle ristrutturazioni edilizie dal 20 al 10%. Contestualmente l’agevolazione fiscale per le persone fisiche, approvata dal 1° gennaio 1997, inizialmente - quandol’IVA era al 20% - nella misura del 41 per cento, venne ridotta al 36 per cento dell’imposta lorda: l’obiettivo era quello di eliminare virtualmente l’IVA sulle ristrutturazioni edilizie, attraverso la detrazione in sede Irpef .
b) Il ministro Tremontiha invece, nel 2002, ridotto l’agevolazione dagli iniziali (150 milioni di lire) 77 mila e rotti euro a 48 mila euro. Ed ha distribuito su dieci anni il beneficio della riduzione precedente concentrato su 5. Ha così eliminato l’equivalenza Iva Irpef ediminuito, su due elementi portanti, l’attrattiva della misura per i privati ed ha ridotto, di conseguenza,anche la spinta anti evasione, data dalla necessità che per avvalersi del risparmio fiscale il singolo contribuente doveva esigere dai fornitori la dovuta fattura.
Non si può certo pensare che il ministro abbia voluto, con ciò, semplicemente svilire l’iniziativa, perché creata da suoi antagonisti politici.
c) La scarsa capacità di creare vere misure di sostegno alle attività economiche è stata provata, poi, dal tentativo, nell’autunno del 2008, del medesimo ministro, di abrogare l’agevolazione del 55 per cento delle spese per iniziative di riqualificazione energetica, introdotta dall’ultimo governo di centro sinistra dal 1° gennaio 2007. Solo l’insorgere degli industriali del settore, che venivano a perdere una notevole fonte di ordini da parte dei privati, è riuscita a far rientrare in parte questa nuova improvvida scelta di Tremonti.
Anche in questo caso, però, volontariamente o involontariamente, è stata svilita la primitiva agevolazione, perché sono stati posti limiti meno convenienti per i contribuenti.
Dire quindi che l’autorizzazione comunitaria si presenta come un successo di questo ministro, o di questo governo, a sostegno dell’edilizia o dell’industria in genere, è un vero travisamento dei fatti.
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