Si è concluso a Pisa il festival “ManiFutura” promosso da Nens. Dopo le prime due giornate impegnate in iniziative a Cascina e a Pontedera, dal 18 al 21 marzo, nelle sale allestite nella ex stazione Leopolda, imprenditori, amministratori locali, economisti e operatori dei diversi settori del mondo produttivo si sono incontrati e hanno discusso i molti e complessi aspetti della crisi in atto, delle sue ricadute sulle attività di ciascuno, di quello che ciascuno potrebbe fare per fronteggiare l’emergenza e di quello che ognuno vorrebbe potersi attendere dalla politica e dalle amministrazioni.
I contenuti della ventina di appuntamenti svolti nei tre giorni si possono consultare nel sito www.manifutura.it. Ma al di là di quanto concretamente è emerso, è opportuno cogliere alcuni significati complessivi che l’iniziativa ha avuto sia nelle intenzioni che l’hanno ispirata sia nella sua realizzazione operativa.
L’iniziativa è nata come occasione di sviluppo del progetto “Industria 2015”, che nella scorsa legislatura era entrato nella sua fase attuativa coinvolgendo decine di imprese e di progetti industriali innovativi. La fine anticipata del Governo Prodi ha quindi segnato l’interruzione di un processo che si annunciava molto promettente e che avrebbe potuto avere un importante impatto nella fase di crisi che ha investito l’Italia come il resto del Mondo. L’idea di “ManiFutura” è nata, quindi, con l’intenzione di mantenere viva la rete di iniziative e progetti che “Industria 2015” aveva attivato. Ma proprio l’esplodere della crisi ne ha moltiplicato il valore.
Nell’arco di questi tre giorni, a Pisa è stata data voce ai massimi esponenti dell’industria, delle banche, delle amministrazioni e delle dottrine economiche: si è in qualche modo realizzato quel tavolo multilaterale che anche Confindustria aveva auspicato con l’obiettivo di verificare le possibili convergenze di analisi e di intervento utili a fronteggiare le gravissime difficoltà del momento. E quelle convergenze, in realtà, sono in buona misura venute in chiaro, riportando l’attenzione sull’universo della produzione materiale che i devastanti eccessi finanziari avevano appannato.
La valorizzazione delle tuttora grandi potenzialità del sistema produttivo, l’urgenza di impegnare risorse nella ricerca e nell’innovazione, la necessità di intervenire a livello internazionale per riportare equilibrio nel sistema finanziario, la consapevolezza che i sistemi produttivi e le stesse scelte sulle qualità dei prodotti dovranno, nella fuoruscita dalla fase presente, assestarsi su nuovi schemi e nuovi modelli: tutto ciò ha potuto trovare conferme e declinazioni sostanzialmente comuni in un contesto di dibattito nel quale la dimensione di partito e le targhe di schieramento o di fazione sono risultate del tutto assenti. L’appartenenza esplicita di Nens all’area della sinistra non ha impedito di sviluppare l’iniziativa su un terreno energicamente ancorato alla realtà fattuale e le critiche, che pure non sono mancate, all’operato del governo in carica, sono parse del tutto scevre da impronte ideologiche o propagandistiche.
In conclusione, crediamo che questa iniziativa abbia offerto al mondo produttivo nazionale la testimonianza fedele di una sensibilità e un’attenzione agli aspetti concreti della realtà produttiva da cui può scaturire non soltanto un’efficace azione di contrasto alla crisi in atto, ma anche il presupposto per la costruzione di una prospettiva capace di richiamare quella fase che Carlo Azeglio Ciampi, nella conversazione con Visco e con Scalfari trasmessa a conclusione dei lavori di “ManiFutura”, ha indicato come suo maggior successo: quella “concertazione” che sostenne l’Italia nella faticosa e difficile uscita dalla crisi del ’92 e che i governi della destra hanno voluto spregiudicatamente archiviare.
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