La sinistra, almeno in Italia, ma come si è visto nelle ultime settimane molto meno in America, è vittima e subalterna ad una cultura antitasse che ha prevalso in occidente negli ultimi decenni: le tasse si possono solo ridurre, mai aumentare e anche farle pagare (contrasto all'evasione) appare discutibile, anzi polticamente pericoloso. La questione tuttavia è semplice: bisogna finanziare la sanità, la previdenza, l'istruzione, l'assistenza, la disoccupazione, oltre alla difesa, alla giustizia, all'ordine pubblico. Come si fa? A debito o facendo pagare le tasse? O si torna allo Stato minimo che è il risultato inevitabile di un mondo a bassa tassazione? Se la sinistra non è in grado di porre la questione e il dibattito relativo in questi termini e continua a manifestare imbarazzo e "coda di paglia" in materia fiscale, non solo non può definirsi sinistra, ma è destinata meritatamente alla sconfitta: lo stato sociale, infatti, non è altro che il welfare anche per i poveri finanziato con le tasse di tutti, ricchi compresi.
L'intervista su Il Riformista di Vincenzo Visco
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