''Siamo sempre a una visione corporativa e cedolare del sistema fiscale'' che negli anni passati ''abbiamo frammentato in base a tipologie di reddito e di contribuenti''. Lo afferma l'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, conversando con l'Adnkronos in merito alle modifiche dell'Irpef. ''Siamo tornati alla situazione preriforma del '73'', aggiunge. ''L'ambizione della delega era di andare oltre, però non mi sembra che stiamo andando in questa direzione. Anche se, sul piano strettamente tecnico, questa cosa è una pulizia dei guasti che erano stati compiuti'', osserva il presidente del Nens. ''In prospettiva ci saranno di nuovo gli stessi problemi e poi, in futuro, dovremo ristrutturare i sistemi fiscali in una direzione del tutto diversa da quello che ora le attuali maggioranze o composizioni parlamentari immaginano'', assicura Visco. Infine, in un paese come l'Italia ''non si possono ridurre le tasse se contemporaneamente non si recupera l'evasione, semplicemente perché non ci sono le risorse''.
Sull'Irpef ''si è abbandonata la soluzione ottimale, che era di fare una funziona matematica continua per non avere tutti questi salti da uno scaglione all'altro, non avere aliquote implicite eccetera''. ''Per fare una riforma vera, di questo tipo, servivano più soldi, il doppio almeno'', spiega. ''Non c'è stato alcun intervento sulla base imponibile, cioè sulle spese fiscali, che pure potevano dare risorse per usarle per la riduzione delle aliquote. Siamo in una situazione di transizione ancora, bisognerà vedere se andrà avanti la delega o si blocca''.
Dalla definizione dell'intervento sull'irpef ''emerge un aggiustamento dell'imposta attuale, eliminandone o riducendone gli aspetti più discutibili o anche tecnicamente meno accettabili. Non credo che questo risolva il problema della struttura dell'imposta irpef in modo adeguato'' commenta l'ex ministro delle Finanze.
Ci saranno almeno altri 2-3 scaglioni impliciti'' afferma ancora Visco, in merito alle modifiche dell'Irpef. "Poi si può discutere sulla distribuzione del carico: nel momento in cui uno riduce le aliquote in basso, l'effetto è che si trascina su tutti i redditi più alti, e infatti hanno dovuto abbassare la soglia dell'ultimo scaglione, quella del 43%, che dovrebbe scattare dai redditi oltre i 55.000 euro'', spiega. In altre parole le modifiche che riguardano i redditi più elevati ''servono a recuperare la perdita di gettito, o meglio a vanificare il beneficio che avrebbero avuto i redditi più alti''.
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