La vigilanza può intervenire solo ex post.

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Ottobre 2017

di Vincenzo Visco, pubblicato su InPiù venerdì 20 ottobre.

Se non fossimo in Italia, Paese proclive alla demagogia, che esprime una classe dirigente politica mediocre, poco consapevole, e facilmente influenzabile dagli umori diffusi nella opinione pubblica e dagli interessi di consorterie di varia natura, la vicenda della Banca d’Italia apparirebbe surreale, dal momento che la doppia, gravissima crisi economica che ha investito l’Italia negli ultimi 10 anni più di ogni altro Paese (Grecia esclusa), ha prodotto il fallimento solo di pochissime banche medie o molto piccole, eventi trascurabili rispetto a quanto accaduto negli Usa, in Inghilterra, in Irlanda, in Germania, in Francia, in Spagna, in Portogallo, a Cipro…, dove a peraltro a nessuno è venuto in mente di prendersela con i vigilanti.
 
In verità, da questo punto di vista, alla Banca d’Italia e ai suoi Governatori presenti e passati dovremmo erigere un monumento. Si dice che si è vigilato male perché il credito veniva erogato e concesso secondo criteri clientelari e di favore, ma così dicendo si ignora la natura della vigilanza bancaria che in base al diritto vigente (e giustamente) può essere esercitata solo ex post, dopo, cioè, che gli effetti di una cattiva gestione si sono materializzati in concreto. In altre parole, la Banca d’Italia non poteva in punto di diritto, e non doveva in base ad una corretta interpretazione del funzionamento di un’economia di mercato, sindacare i criteri con cui le banche erogavano il credito e che sono stati alla base di alcuni fallimenti; le responsabilità dei banchieri e dei vigilanti sono e vanno tenute separate.
 
Si può anche dire che se non vi fosse stata la seconda grave crisi economica, nessuna delle banche coinvolte sarebbe fallita, e i banchieri avrebbero potuto continuare i loro traffici e le loro malversazioni del tutto impunemente. E’ la gravità della crisi ad aver fatto “saltare il tappo”, e la Banca d’Italia non poteva farci niente. Siamo quindi in presenza di un attacco gratuito contro l’unica Istituzione italiana che sembra ancora in grado di reggere all’urto dei tempi attuali, e la cosa è tanto più sorprendente in quanto il fuoco si concentra sulla sola Banca d’Italia, mentre sembrano molto più discutibili alcune scelte (o mancate scelte) della Consob in materia di emissione di obbligazioni.

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