La recensione a "Colpevoli evasioni" di Fisco equo

Novembre 2017

Rinunciare agli scenari apocalittici che vorrebbero esorcizzare la lotta all'evasione fiscale confinandola nella categoria delle missioni impossibili e quindi nella rassegnazione e riportarla invece nell'alveo dell'operatività. E' questo l'obiettivo, prima di tutto culturale e politico, che si è posto l'ex ministro delle Finanze e del Tesoro Vincenzo Visco nel suo ultimo prodotto editoriale dal titolo molto eloquente: “Colpevoli evasioni, le tasse come questione non solo tecnica”. L'assunto da cui parte l'analisi accurata di Visco sugli ultimi interventi sulla macchina fiscale è che le soluzioni concrete e efficaci per sradicare l'evasione fiscale ci sono, manca una volontà politica che spesso confonde le acque trincerandosi dietro analisi poco approfondite e argomentazioni dogmatiche. L'autore affronta il tema sfatando miti e presunti interventi miracolosi, esaminando i diversi comportamenti e indicando concrete proposte operative basate sia sulla conoscenza teorica sia sulle esperienze vissute ai più alti livelli di responsabilità. In particolare mostra come sia possibile estendere a tutti i contribuenti un meccanismo di ritenute alla fonte operato dai soggetti terzi che, insieme a una revisione del funzionamento e dei controlli dell'Iva, potrebbe risolvere in maniera pressocché definitiva il problema.
Le tecniche di evasione sono molteplici è in continua evoluzione, annota Visco. Il contrasto del fenomeno implica uno studio attento e continuo dei comportamenti dei contribuenti da parte dell'amministrazione, nonché modifiche organizzative, operative e tecnologiche in grado di seguire costantemente l'evoluzione di tali comportamenti. È una guerra di trincea in cui non esistono tregue. L'ideale, scrive ancora il professore di Scienza delle Finanze, per l'amministrazione sarebbe un sistema in cui poter ricevere informazioni attendibili, o meglio ancora, precise, sulle attività e i guadagni effettivi dei singoli contribuenti, come avviene con i redditi da lavoro dipendente e con le ritenute alla fonte operate su questi redditi. Il problema quindi è se anche per i non lavoratori dipendenti è possibile disegnare un sistema di monitoraggio e controllo che possa avere effetti quanto più prossimi a quelli cui sono da sempre abituati alcuni contribuenti. È questo il compito fondamentale delle Agenzie fiscali in tutto il mondo. Ed ecco la proposta di Visco. La base di partenza dovrebbe essere una situazione in cui è prevista la trasmissione telematica delle informazioni relative alle fatture emesse, necessarie a integrare e correggere la normativa recentemente introdotta, integrata dalla trasmissione telematica dei corrispettivi delle vendite finali, dall'uso di strumenti tracciabili per il pagamento dei professionisti, dalla integrazione nel sistema di trasmissione telematica dei distributori automatici eccetera eccetera. Disponendo di questo apparato si potrebbe procedere oltre, ricordando che sia la teoria che l'esperienza concreta indicano che l'evasione non è possibile se la riscossione delle imposte avviene a cura di una parte terza ed è comunque più difficile in presenza di tracciabilità o di ritenute, anche solo d'acconto. Si dovrebbe quindi approfittare delle caratteristiche tecniche dell'Iva basata sulla emissione, ricezione, e contabilizzazione di ogni fattura relativa a tutte le transizioni a tutte le transazioni, per introdurre un sistema generalizzato di ritenute ai fini delle imposte sui redditi tale da rendere impossibile l'evasione, non diversamente da quanto oggi avviene per i soli redditi da lavoro dipendente e di pensione. A tal fine sarebbe necessario prevedere che chi acquista un bene o servizio operi una ritenuta in conto imposte sui redditi (Ires e Irpef) a carico del venditore. Ciascun contribuente potrebbe compensare le ritenute subite con quelle operate e anche con l'Iva dovuta a saldo.

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