di Vincenzo Visco, pubblicato su InPiù.
I sostenitori della Flat Tax ritengono che essa avrebbe l’effetto di ridurre l’evasione fiscale. Infatti - si dice - se l’aliquota più elevata scendesse dal 43% attuale al 20%, la convenienza ad evadere si ridurrebbe drasticamente (di ben 23 punti percentuali). Le cose tuttavia sembrano stare diversamente. Fin dal 1974, infatti, a livello teorico, è stato dimostrato che, se le sanzioni previste in caso di accertamento negativo per il contribuente sono commisurate all’imposta evasa, come avviene in pressochè tutti i Paesi, Italia compresa (di solito un multiplo dell’imposta evasa), si verifica che per un contribuente razionale che valuta costi e benefici della sua decisione di evadere, l’entità dell'aliquota di imposta è irrilevante, e la sua decisione finale dipenderà dall’ammontare assoluto della penalità prevista, dal numero degli accertamenti possibili, dalla propensione al rischio, da motivi etici, dal comportamento degli altri contribuenti, ecc., ma non dal livello delle aliquote.
La ragione è semplice: se la sanzione è un multiplo dell’imposta evasa, quando si riducono le aliquote, si riduce in misura corrispondente l’ammontare della pena cui eventualmente si può andare incontro, per cui il livello delle aliquote diventa irrilevante. Anche gli studi empirici che sono stati effettuati in proposito forniscono risultati incerti e non univoci. Anche gli altri benefici possibili della riforma non sembrano confermati: la riduzione dell’imposta concentrata sui contribuenti più ricchi con alta propensione al risparmio si tradurrebbe in un aumento limitato della domanda (consumi) dando luogo a moltiplicatori di molto inferiori all’unità. Né, per quanto riguarda le imprese, si può ritenere che in una situazione di stagnazione e di carenza di domanda i maggiori profitti disponibili si tradurrebbero in maggiori investimenti, come potrebbe invece accadere in una situazione di crescita economica accentuata. In conclusione, la Flat Tax produrrebbe una sicura perdita di gettito, un aumento delle diseguaglianze, ma ben difficilmente una riduzione dell’evasione o un aumento del reddito nazionale.
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